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GUIDA LEASECREDI: COME LEGGERE IL CEDOLINO PAGA?

Scopri come leggere il tuo cedolino paga per richiedere un finanziamento con coscienza.

Cos’è il cedolino o la busta paga?

Iniziamo subito nel definire cosa sia un cedolino o una la busta paga. Sono documenti emessi dal datore di lavoro con lo scopo di favorire il lavoratore nel controllare la correttezza dei calcoli effettuati che determinano il compenso mensile, quindi il suo reddito da lavoro dipendente.
Il cedolino o la busta paga sono una garanzia fondamentale per due principali motivi. Il primo riguarda l’accesso al credito, infatti quando si chiede un prestito presso un’agenzia finanziaria è uno dei documenti da allegare che vi darà la possibilità di ottenere il finanziamento. Il secondo riguarda le controversie legali, il cedolino o la busta paga in caso di errori di calcolo vi danno la possibilità di richiedere il risarcimento. Vi consigliamo quindi assolutamente di conservare attentamente e in modo ordinato le buste paga mensili e i relativi CUD emessi annualmente dal vostro datore di lavoro.

Com’è suddiviso il Cedolino?

Il cedolino paga è composto da una tabella suddivisa in tre aree principali, le abbiamo elencate nel dettaglio in modo da esporvi le voci presenti e le loro funzioni.
La prima parte riguarda i Dati generali, sono presenti i dati riguardanti l’azienda datrice di lavoro, in questa sezione sono compresi il nome e l’indirizzo, il codice fiscale, le coordinate INPS dell’azienda e la filiale in cui il dipendente è assunto. A seguire si trovano i dati relativi al lavoratore che comprendono naturalmente il nome e il cognome, il codice identificativo, la mansione e il livello di assunzione, infine i giorni conteggiati e retribuiti nella mensilità di competenza.
La seconda parte invece riguarda gli Elementi della retribuzione, il cui obiettivo è quello di determinare la paga mensile generale e le competenze specifiche variabili di mese in mese. Ci riferiamo a tutte le voci che risultano dal contratto di lavoro sottoscritto dal dipendente e nell’ordine:

  1. La Paga base, il cui importo può coincidere con il minimo sindacale stabilito dalle contrattazioni collettive (CCNL), l’Indennità di contingenza per adeguare la paga al costo della vita e alla svalutazione del denaro, su questo vi facciamo un appunto sul fatto che questa voce è ferma dal 1991.
  2. Proseguiamo con l’EDR, ossia Elemento Distinto della Retribuzione, ha lo scopo di sopperire al congelamento dell’indennità di contingenza, questa voce però è fissa a 10,33 € da diversi anni,
  3. Troviamo poi gli Scatti di anzianità che sono previsti generalmente ogni 2 o 3 anni e concedono aumenti retributivi in relazione all’esperienza che viene acquisita dal dipendente.
  4. Per quanto riguarda gli elementi E.A.D.R. ed E.D.A.R precisiamo che sono aggiuntivi e concessi al lavoratore a seconda del settore lavorativo di appartenenza.
  5. Abbiamo anche il Superminimo, ovvero una quota ulteriore riconosciuto a favore del lavoratore per i suoi particolari meriti, questa può essere assorbita dalle future revisioni delle contrattazioni collettive. Naturalmente questa quota è a discrezione delle parti.

Infine siamo arrivati alla terza parte, ossia il Calcolo competenza mensile, questa sezione ha lo scopo di misurare gli elementi della retribuzione generale alla specifica realtà che viene registrata durante il mese a cui la busta paga fa riferimento. Sono compresi quindi i giorni di effettivo lavoro, gli straordinari, le ferie, i permessi, i giorni di congedo o di malattia, la tredicesima e la quattordicesima e così via. Difatti la somma di queste voci determina poi lo stipendio lordo.
Allo stipendio lordo vanno detratte le quote versate a titolo di contributi inps e l’imposta netta IRPEF ossia imposta sul reddito delle persone fisiche nonché le addizionali regionali e comunali dovute.

Il versamento dei contributi INPS assicura al dipendente una serie di diritti di cui eventualmente lo stesso potrà poi godere quali:  trattamento pensionistico, il sussidio di disoccupazione, la cassa integrazione e l’indennità di malattia.
L’imposta netta IRPEF che invece ogni dipendente si ritrova a versare è data dall’imposta lorda meno le detrazioni spettanti in base alle condizioni personali di lavoro dipendente, familiari a carico, spese particolari, ecc.. Precisiamo tale imposta viene versata dal datore di lavoro allo Stato che appunto al momento che la trattiene dalla busta paga opera per conto del lavoratore dipendente come  sostituto di imposta.
Infine la Quota T.F.R., qui si trova di solito un sunto relativo agli accantonamenti T.F.R. – Trattamento di Fine Rapporto, questo è un compenso rimandato al momento della cessazione del rapporto lavorativo. La quota annua che viene accantonata corrisponde allo stipendio lordo annuo diviso 13,5. Questo fondo TFR dovrà essere aggiornato annualmente applicando l’indice di rivalutazione dell’inflazione stabilito dall’indice ISTAT dei prezzi.

Come possiamo leggere il cedolino stipendio?

Nel caso in cui vi dovesse capitare che non siete sicuri di aver fatto un adeguato controllo del cedolino paga e desiderate ricevere un aiuto professionale per rilevare eventuali errori di calcolo, vi consigliamo diverse possibilità sia gratuite sia a pagamento. La soluzione più economica è sicuramente il CAF – Centro di Assistenza Fiscale, a seconda della situazione personale naturalmente la lettura della busta paga potrà essere gratuita oppure prevedere un compenso che comunque sarà di ridotte dimensioni. Chi fosse iscritto al Sindacato invece bisogna ricordare che questi prevedono fra i servizi che offrono, anche la revisione contabile dei calcoli relativi al cedolino paga. Come ultima ipotesi vi consigliamo di richiedere la consulenza di questo tipo ad un commercialista di cui vi fidate. In questo caso il compenso varia a seconda del professionista.

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